Il progetto e i suoi obiettivi
- infomktgoon
- 2 set
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Per arrivarci non bastano normative e buone intenzioni: ci vogliono strumenti concreti, innovativi e coinvolgenti che permettano di riconoscere e superare i pregiudizi inconsci che ancora oggi condizionano le carriere, le opportunità e il benessere delle persone.
Troppo spesso gli stereotipi di genere vengono percepiti come qualcosa di astratto, o confinato al dibattito accademico. In realtà, hanno conseguenze molto pratiche: influenzano il modo in cui i/le responsabili distribuiscono i compiti, il linguaggio con cui ci si rivolge a colleghi e colleghe, la possibilità di conciliare vita privata e professionale. Le PMI, che costituiscono la spina dorsale del sistema economico europeo, non fanno eccezione: anzi, proprio per la loro dimensione ridotta e la scarsità di risorse dedicate alla formazione, rischiano di non avere strumenti adeguati per affrontare questi temi.
E’ da queste consapevolezze che è nata l’idea di dare vita a GEG – Gender Equality Game. L’idea alla base del progetto è che il gioco, con la sua capacità di stimolare la curiosità, ridurre le difese e creare un terreno comune di confronto, possa diventare uno strumento educativo potente. Giocare significa mettersi in discussione, osservare la realtà da un altro punto di vista, provare emozioni che aiutano a interiorizzare messaggi complessi.
Il progetto si sviluppa in quattro fasi:
(1) raccolta di buone pratiche a livello europeo,
(2) analisi dei bisogni attraverso focus group realizzati in Italia e in Svezia,
(3) sviluppo e test di prototipi di gioco,
(4) disseminazione online e attraverso e materiali digitali.
Per Itineris, Glow e Mobilizing Expertise partecipare al progetto significa contribuire con la nostra esperienza nel campo delle pari opportunità, della gamification e della consulenza organizzativa. Ma significa anche mettere al centro un’idea che ci sta a cuore: la trasformazione culturale passa attraverso il coinvolgimento attivo delle persone. Non si tratta di insegnare qualcosa dall’alto, ma di creare spazi in cui ognuno possa riconoscere i propri schemi e scoprire alternative più inclusive.




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