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Il prototipo del gioco: cosa abbiamo sviluppato

Uno dei momenti più stimolanti del progetto GEG – Gender Equality Game è stato lo sviluppo dei prototipi. Dopo mesi di lavoro, confronto e ascolto, abbiamo deciso di realizzare un kit con tre giochi, diversi per formato e modalità di interazione, ma accomunati dallo stesso obiettivo: rendere visibili gli stereotipi e stimolare una riflessione condivisa.
Uno dei momenti più stimolanti del progetto GEG – Gender Equality Game è stato lo sviluppo dei prototipi. Dopo mesi di lavoro, confronto e ascolto, abbiamo deciso di realizzare un kit con tre giochi, diversi per formato e modalità di interazione, ma accomunati dallo stesso obiettivo: rendere visibili gli stereotipi e stimolare una riflessione condivisa.

Il primo prototipo si chiama “Match the Unmatched – Sfida i bias, cambia le regole”, un gioco ispirato al classico memory, che però reinterpreta il meccanismo di associazione in chiave critica. L’obiettivo è scoprire, riconoscere e mettere in discussione stereotipi e dinamiche discriminatorie presenti nei contesti lavorativi, una carta alla volta.


Le carte propongono concetti e definizioni, da abbinare correttamente: ad ogni match si apre l’occasione per discutere, condividere esempi, raccontare esperienze. Il gioco è strutturato su più livelli di difficoltà  ed è pensato per essere usato tanto come strumento introduttivo quanto come attività di approfondimento.


Il secondo si chiama “Break Through – Abbatti le barriere, costruisci equità”. Questo gioco riprende la dinamica della “battaglia navale”, trasformandola in una sfida contro le barriere invisibili che ostacolano la parità nei luoghi di lavoro: soffitti di cristallo, muri invisibili, catene simboliche.


I/le giocatori/trici si fronteggiano su griglie identiche, dove al posto delle navi si nascondono ostacoli da smantellare. Ogni volta che si individua una barriera, bisogna rispondere correttamente a una domanda su dati, dinamiche o pregiudizi legati al lavoro e al genere. Una risposta giusta permette di “rompere” parte della barriera; una risposta sbagliata fa perdere il turno. Oltre all’aspetto competitivo, il gioco invita a riflettere: ogni barriera rotta diventa occasione per discutere di come quel problema si manifesta davvero nelle organizzazioni e su quali azioni potrebbero affrontarlo.


Infine c’è il “Booklet Series – Rifletti. Riprendi. Ripensa.”

Non un gioco in senso stretto, ma una raccolta di libretti tematici con domande guida pensate per stimolare la riflessione individuale e collettiva. Ogni booklet affronta un tema cruciale: Team e assunzioni (per HR e recruiter), Comunicazione e linguaggio (per tutti), Ruoli e opportunità (per manager), Benessere e organizzazione del lavoro (per tutti), Visione e futuro (per leadership e direzioni).

Questi libretti possono essere usati in sessioni di formazione, workshop, momenti di team building o anche come esercizio personale.


Il kit di giochi non è stato sviluppato in astratto, al contrario i giochi sono stati testati con partecipanti ai focus group, raccogliendo osservazioni e suggerimenti che hanno permesso di renderli più efficaci e accessibili.

Il valore di questo lavoro sta nella sua concretezza: proporre strumenti che, con modalità diverse – dal gioco competitivo alla riflessione individuale – riescano ad aprire conversazioni stimolanti. Perché il primo passo per cambiare è accorgersi di ciò che diamo per scontato, e il gioco si è dimostrato un modo potente per far emergere proprio ciò che spesso rimane invisibile.



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